Il senso di integrità si manifesta quando i nostri obiettivi sono allineati ai valori in cui crediamo:
una combinazione vincente che si riflette in una serie di azioni in sintonia con la nostra essenza e la nostra autenticità. Questi comportamenti trovano un riscontro concreto nell’atteggiamento onesto e responsabile di chi mantiene la parola data, senza “se” e senza “ma”.
Proprio come Tang!
“Tang era un giovane operaio che viveva nel regno d’Oriente. Lavorava il rame e fabbricava magnifici utensili che vendeva al mercato. Tang era felice. L’unica cosa che ancora gli mancava era la donna della sua vita.
Un giorno un messaggero venne ad annunciare che il re voleva maritare sua figlia al giovane suddito che avesse dimostrato di possedere il maggior senso di integrità.
Nel giorno convenuto, Tang si recò al castello, dove trovò parecchie centinaia di altri giovani pretendenti. Il re consegnò a ognuno di loro cinque semi e li pregò di tornare la primavera seguente, portandosi appresso un vaso con i fiori sbocciati dai semi che avevano ricevuto.
Tang piantò i semi e li curò assiduamente, ma non accadde nulla. Niente germogli, niente fiori.
Alla data fissata, Tang partì con il suo vaso vuoto. Giunto al castello, tutti gli altri pretendenti si presero gioco di lui, beandosi dei loro vasi stracolmi di fiori meravigliosi.
A quel punto il re chiese a ciascun pretendente di sfilare, presentando il proprio vaso. Un po’ intimidito, Tang giunse al cospetto del re e disse:
“Non è germogliato alcun seme, Vostra Maestà”.
Quando gli altri pretendenti ebbero finito di sfilare, il re li mandò via tutti, ad eccezione di Tang e annunciò a tutto il regno che lui e sua figlia si sarebbero sposati l’estate seguente.
Tang, sbalordito, si rivolse al re: “Maestà, come mai avete scelto me come genero, anche se i miei semi non sono fioriti?”. Il re rispose: “Perché quei semi non potevano fiorire, li avevo fatti bollire una notte intera! Tu sei stato l’unico a dimostrare abbastanza senso di integrità da rivelarti onesto! Era un uomo così che volevo per genero!”.
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