Bon ton
comunicare con eleganza
“Se dovete prendere un treno in che classe viaggiate, normalmente? La terza non esiste più, era poco democratica. Si sceglie soprattutto la seconda, tanto il viaggio non è lungo. Ma se scegliete di concedervi un piccolo lusso, provate ad acquistare un biglietto di prima. E gustatevi la differenza. Tendine pulite, poca gente, personale sorridente, sedili ordinati e luci soffuse. Il viaggio, si sa, è lo stesso, ma il piacere di affrontarlo è tutto un’altra cosa. La domanda che dovremmo porci è la seguente: non solo in treno, ma nella vita di tutti i giorni, in che classe viaggiamo? Ci siamo forse abituati ad una routine un po’ grigia, fatta di grugniti al posto di sorrisi, di spintoni, di cartacce gettate per terra, di gomiti sul tavolo, di parolacce e dita nel naso? Si può vivere bene anche così, su questo penso che siamo tutti d’accordo, ma è un po’ come viaggiare in una disastrosa seconda classe.” Parola di Giuseppe Zois.
Nella società contemporanea, anche se basta una breve escursione per le vie del centro per convincersi del contrario, si è tornati a parlare di buona educazione, di regole e di controllo. Argomenti che, oltre a generare accesi dibattiti, suscitano svariati dilemmi. Come presentarsi? Come stringere la mano? Dare del “tu” o del “lei”? Quali argomenti meglio evitare per fare in modo che la “petite conversation” si trasformi in un’imbarazzante serie di gaffes?
Il corso mira a rispondere in modo esaustivo a queste domande, adeguando le raccomandazioni di Monsignor Della Casa ai capricci della modernità, tecnologie digitali e social media inclusi.
Bon Ton. Non si può avere senza essere educati; ma si possono applicare diligentemente tutte le regole della buona educazione e non avere bon ton
Lina Sotis